Ammetto di essermi svegliata durante la notte per vedere se ci fosse l’ombra dell’aurora boreale, ma nulla! Ciò nonostante mi sveglio comunque felice. La partenza, apparentemente tranquilla, viene movimentata da Celeste che dimentica il cellulare in appartamento. Per fortuna però se ne accorge subito, per cui non perdiamo che qualche minuto per tornare indietro e recuperarlo.
La nostra prima tappa di oggi e Glaumber, ovvero un tradizionale villaggio islandese dalle case dai tetti di torba. Sarà che durante il nostro viaggio ne abbiamo viste altre, sarà che avevo appena scoperto che mentre io ero in vacanza a casa mia tutti avevano contratto il Covid, ma non è un posto che mi ha particolarmente colpito.

Le casette di torba di Galumber

Ciò nonostante lo avrei anche visitato volentieri, ma noi siamo arrivati lì alle 9:20 e l’apertura era prevista alle 10, per cui alla fine abbiamo scattato qualche foto e ci siamo diretti verso Hofsos. Più che una vera tappa, questo posto è stato un pit-stop. Ci siamo fermati per un caffè e per vedere la piscina pubblica con vista fiordo. Ci saremmo anche entrati se non avessimo visto dentro tanti bambini e famiglie. Di certo un posto non turistico, ma abbiamo comunque deciso di proseguire verso Siglufjordur.
Siglufjordur è stata fin da subito una delle mete più “ambite” del viaggio. Avevamo infatti scoperto che li la prima settimana di agosto si tiene la festa dell’aringa. Ci immaginavo già a mangiare aringa e bere birra artigianale, ma non è andata proprio così. Intanto la festa dell’aringa era stata anticipata di una settimana, o forse non avevo capito bene le date io, fatto sta che ce la siamo giocata. Secondariamente il birrificio artigianale che avevamo puntato era chiuso e avrebbe riaperto solo nel tardo pomeriggio. Ma nonostante tutto è stato uno dei posti che abbiamo amato di più. Abbiamo passeggiato per le sue vie tra fabbriche di pesce e locali colorati e alla fine ci siamo seduti in uno di questi locali affacciati su un lato del porto. Qui abbiamo mangiato seduti su sedie ricavate dai barili che servivano a contenere le aringhe e abbiamo davvero respirato un’atmosfera particolare. E mentre ci facevamo cullare dal chiacchiericcio delle persone accanto a noi e dal clima mite che ci ha permesso di pranzare all’aperto, io mi sono sentita enormemente grata. E’ quella sensazione che si prova quando senti di essere nel posto giusto con le persone giuste, a Siglufjordur con i miei amici.

Quando vuoi fare la ricca a Siglufjordur

Lasciata Siglufjordur ci dirigiamo verso Akureyri dove abbiamo programmato di fermarci per fare la spesa e per permettere a Luca di cercare il caricabatteria della sua macchina fotografica. Scopriamo che Akureyri è davvero una bella cittadina, la seconda come grandezza dopo Reykjavík, e considerando i posti piccolini ed isolati in cui siamo stati, ci sembra molto movimentata. Una delle cose più caratteristiche sono i suoi semafori, dove allo scattare del rosso appare un cuore. Facciamo la spesa, cerchiamo di consolare Luca che per l’ennesima volta non ha trovato quello che cercava, e partiamo alla volta di Godafoss, ovvero la cascata degli Dei.

Godafoss

La leggenda infatti narra che, durante il processo di conversione dell’isola al cristianesimo, nelle sue acque furono buttate le statue degli dei nordici. La cascata non è molto alta ma è ampia e può essere vista da diversi punti panoramici, noi ovviamente li abbiamo fatti tutti. L’ultimo ti consente di arrivare proprio sulle sponde della cascata e di farti immortalare con essa alle spalle. Per arrivare alla parte più vicina si attraversano diversi ponti dove la cascata inizia a scendere più ripida e dove è davvero possibile ammirarla in tutta la sua potenza.

Lasciata Godafoss ci dirigiamo in direzione Husavik, dove abbiamo in programma un’escursione di Whale Watching. Prima però ci fermiamo in ostello, che si trova a circa 20 minuti, facciamo il check-in e lasciamo i bagagli. Abbiamo perfino il tempo di cambiare la nostra escursione sul ghiacciaio: in motoslitta anziché a piedi. Poi ci lasciamo prendere dalla frenesia e dall’emozione e partiamo carichi per il nostro giro in barca alla ricerca delle balene. Ci rimettiamo in macchina e arriviamo finalmente a Husavik che è una cittadina molto carina (ma d’altronde ancora non ne abbiamo vista una brutta), anche se piccolina. Troviamo subito il punto in cui ritirare i nostri voucher e poi ci imbarchiamo per questa piccola avventura. Sappiamo che l’avvistamento delle balene dipende anche molto dalla fortuna e noi alla fine scopriamo di averne. Navighiamo per più di un’ora accompagnati dai delfini che giocano accanto a noi. E per quanto siano abbastanza comuni anche in riva allo stretto, vederne così tanti tutti insieme, è uno spettacolo meraviglioso. Dopo aver lasciato i delfini ci fermiamo finalmente in quella che è l’area di avvistamento delle balene. All’inizio ne scorgiamo qualcuna in lontananza, ma all’improvviso avvertiamo il loro classico “sbuffo” proprio vicino a noi ed infatti per circa mezz’ora non facciamo che meravigliarci di fronte a questo spettacolo della natura. La parte migliore e quando si rimmergono in acqua, con la loro coda perfetta che ruota per poi scomparire in mezzo al mare. E’ uno di quegli spettacoli che non mi stancherei mai di guardare, ed in Islanda di spettacoli di questo tipo ne ho visti molti!

Lo spettacolo delle balene

Torniamo sulla terra ferma quando in cielo c’è ancora un filo di luce, ma sono passate le 23. Per fortuna sulla barca ci sono state date delle tute termiche e un piccolo rinfresco con cioccolata calda e cinnamon rolls, ma abbiamo comunque ancora fame, per cui alla fine finiamo in un pub locale a bere una birra artigianale, mangiando lo spuntino che avevamo messo nello zaino. Nonostante le intenzioni iniziali di Salvatore di tornare ad Akureyri per fare baldoria, alla fine torniamo in ostello perchè siamo abbastanza distrutti. Abbiamo giusto la forza di preparare il nostro pranzo di domani e poi crolliamo ognuno nel proprio letto. Ci sembra di essere in viaggio da talmente tanto tempo che abbiamo paura finisca tutto troppo presto. Ma L’indomani ci aspetta l’area geotermica del Myvtan e la regina delle cascate, Dettifoss. Le avventure sono ancora tante!