Se siete fans dei Beatles c’è un viaggio che dovete assolutamente fare. La meta, ovviamente, è Liverpool, ma il periodo deve essere l’ultimo fine settimana di agosto (il loro bank holiday). In questo periodo, infatti, si tiene a Liverpool l’International Beatleweek, ovvero una settimana di incontri, concerti ed eventi incentrati sui Fab Four.

Diciamo che nel mio caso è stata una fortunatissima coincidenza. Quando infatti ho programmato il mio viaggio in UK, non avevo ancora scoperto l’esistenza di questo fantastico festival. Volevo, ovviamente, vivere una parte della storia dei Beatles, ma ero anche affascinata dalla città di Liverpool. Poi un giorno su Facebook scopro che il mio viaggio coincide con uno dei giorni del festival e che quindi mi mancherà solo il caschetto per sentirmi negli anni 60 🙂

Così la mattina del 26 agosto del 2016, ho preso un treno da Manchester per scoprire la città che ha visto nascere i miei beniamini.

Arrivati alla stazione di Lime Street ci siamo diretti a piedi verso la Cattedrale di Liverpool. Il centro, infatti, è percorribile a piedi senza necessità di prendere i mezzi pubblici.

La Cattedrale di Liverpool è senza ombra di dubbio maestosa e bellissima. L’ingresso è gratuito, ma se volete dentro potete lasciare una piccola donazione. E’ uno di quei posti che ti fa sentire piccolo piccolo, e che ti incanta con i colori delle sue vetrate.

Liverpool

Dopo la visita alla Cattedrale proseguiamo verso l’Albert Dock, passando per Duke Street, dicono una delle vie simbolo della rivoluzione industriale. A me è sembrata alquanto “normale” 🙂

L’Albert Dock, invece, è un posto decisamente da vedere. All’interno di quest’area, un tempo parte del porto di Liverpool, sono state riqualificate un sacco di strutture, oggi adibite a musei o negozi. Qui infatti potete trovare sia la Tate che il museo dei Beatles. Io li fatti entrambi per cui ecco cosa posso consigliarvi.

Liverpool

TATE

L’ingresso è gratuito, motivo in più per dedicargli una visita. Certo che, se non siete patiti di arte moderna, preparatevi a rimanere quanto meno perplessi di fronte alle installazioni che troverete dentro. Negli angoli della sala al primo piano (mi pare), ad un tratto abbiamo visto delle cartacce a terra. Mentre stavo per commentare l’inciviltà della gente vedo accanto a questo “grazioso” cumulo di immondizia, una targhetta con il nome dell’opera e l’autore. Inutile dirvi che ci ho messo 5 minuti a metabolizzare il fatto che dei rifiuti buttati a terra fossero “un’opera d’arte”. A quel punto mio fratello mi ha fatto notare che, vivendo in un paese afflitto dal problema dei rifiuti, abbiamo un “patrimonio culturale” in mano che non sappiamo sfruttare 🙂

Ricapitolando, io non sono una grande appassionata di arte moderna, ma credo comunque valga sempre la pena darsi la possibilità di scoprire e vedere qualcosa di diverso.

THE BEATLES STORY MUSEUM

Considerando la concomitanza dell’International Beatles Week, temevo potesse esserci coda, per cui i biglietti li ho comprati on line sul sito ufficiale del museo. In realtà non c’era tantissima gente, il che ci ha consentito di svolgere la visita in tranquillità.

Primo consiglio: non fate come me che sono partita carica di aspettative, altrimenti inevitabilmente rimarrete delusi. Il museo in se è carino, e fornisce un sacco di informazioni e aneddoti sui Beatles. Dentro ritrovate anche una ricostruzione del Cavern e vari documenti e strumenti originali. Eppure l’emozione, nei confronti di quello che è stato un vero e proprio fenomeno musicale e culturale, l’ho provata solo al Cavern Club reale di cui parleremo dopo.

Certo, nell’ultima parte dedicata a John Lennon è difficile non emozionarsi guardando le sue foto e i suoi occhiali sul pianoforte, mentre in sottofondo viene trasmessa Imagine.

Liverpool

Spettacolare o meno, se vi piacciono i Beatles o se comunque volete saperne di più, questo museo è il posto giusto.

Dopo aver visitato questi due musei abbiamo deciso di pranzare lì in zona, assaggiando uno dei migliori Fish & Chips della città, ovvero il Dockland Fish and Chips. Si tratta di un posto molto piccolo e quindi con pochi tavoli, effettivamente molto buono, dove l’unica cosa che lascia a desiderare è la gentilezza del personale che ci lavora. Certo, dopo ore immersa in mezzo al pesce fritto, forse anch’io sarei meno simpatica!

A seguire abbiamo visitato il Liverpool Museum. Purtroppo non avevamo tantissimo tempo, per cui ci siamo concentrati sulla storia più attuale della città. il museo, infatti, è molto grande e ripercorre tutta la storia di Liverpool e degli avvenimenti e fenomeni che l’hanno caratterizzata.

Usciti dal Liverpool Museum ci avviamo verso Matthew Street, la famosa via del Cavern Club, dove sono previsti una serie di concerti di cover band dei Beatles. L’atmosfera in giro è meravigliosa: c’è il sole e tanta gente allegra e spensierata che beve birra  e passeggia per le vie del centro.

Liverpool

Arrivati al Cavern ci fermiamo subito a fare una foto con la statua di John Lennon che si trova lì davanti. In realtà questo non è il locale originale in cui hanno iniziato a suonare i Beatles, ma una fedelissima ricostruzione (hanno perfino utilizzato gli stessi mattoni), del locale che si trovava proprio accanto, e che è stato demolito negli anni 70. Tuttavia entrarci è qualcosa che non può lasciare indifferenti, soprattutto se si ama la musica. Io ci ho trascorso 3 ore meravigliose, durante le quali non ho fatto altro che cantare e ballare le canzoni dei Beatles e bere birra. E’ stato uno di quei momenti “fortunella”, ovvero uno di quei momenti in cui mi sono sentita la persona più fortunata del mondo, e chi mi conosce almeno un po sa che, per fortuna, questi momenti mi capitano spesso. Vuoi perché mi piace viaggiare e cercarli questi momenti, vuoi perché a volte mi basta un tramonto o un abbraccio per provarli! Al Cavern mi è bastato guardarmi intorno, ascoltare “All my loving” e vedere persone di ogni età provenienti da varie parti del mondo, ballare insieme unite dalla passione per i Beatles e per la musica! Eh niente, il momento “fortunella” scatta all’improvviso.

Uscire dal Cavern, un semi interrato, dopo 3 ore di musica e birra è un pò come svegliarsi alle 7 la mattina di Capodanno dopo aver fatto baldoria fino alle 6  del mattino, insomma è stato traumatico! Così dopo aver comprato delle stampe dei Beatles (che ho tenuto come fossero la Sacra Sindone, fino al rientro in Italia) ci siamo diretti alla stazione di Liverpool lime per ritornare a Manchester. Voi non fatelo questo errore; se andate a vedere l’International Beatleweek, rimanete a dormire a Liverpool e soprattutto godetevi il Cavern e cantate a squarcia gola il più possibile. Il momento “fortunella” è lì che vi aspetta!