Io nella mia testa ho tutta una serie di convinzioni, a cui credo fortemente.

Ad esempio sono convinta che non ci sia un posto che non vale la pena visitare, anche fosse il paesello a 15 km da casa mia. Poi magari ci vado e non mi lascia molto, ma sicuramente andrei a vederlo. Così, spinta da questa mia convinzione, domenica sono stata a Roccella Ionica.

Mio fratello si era iscritto ad una manifestazione per gli appassionati di mountain bike, ed io ho deciso di accompagnarlo per visitare il luogo. Perché, anche se ad 1 ora di macchina da casa, ci ero stata sempre e solo di passaggio.

Arrivo quindi a destinazione ben motivata a scoprire qualcosa di più sulla città e a scattare qualche foto con la mia reflex. So già che è stata prevista un’escursione a favore degli accompagnatori e quindi attendo fiduciosa la partenza del gruppo. Tuttavia, non appena incontro il gruppo, inizio ad essere perplessa: circa 20 persone in tenuta da running o comunque sportiva, con scarpe da ginnastica e completi in tessuto tecnico. Li guardo, ed inevitabilmente, guardo anche il mio abbigliamento: maglietta dei Beatles, pantaloncini di jeans, costume da bagno sotto, converse e zaino mono spalla con tutti gli obiettivi della reflex. Non sono intimorita, mi sento solo un po’ “impreparata”, un po’ come quando il mio amico Rocco mi portava al Festival Latino Americano ad Assago. In ogni caso non ho il tempo di elaborare ulteriori pensieri e preoccupazioni che Fausto, il capogruppo, mette in bocca il suo fischietto e incita tutti a partire. Vedo quindi questo bel gruppo affiatato che inizia a camminare velocemente muovendo anche le braccia a tempo.

Fausto forse coglie la mia perplessità, perché si avvicina e mi spiega che loro sono un gruppo di appassionati, ma anche istruttori, di fitwalking, che hanno creato un’associazione e organizzano tanti eventi interessanti. Mi fa notare che le converse non sono proprio adatte per fare fitwalking (ma giusto un pelino eh), e si offre perfino di portare il mio zaino con gli obiettivi. Ma per fortuna io ho ancora sulle gambe e sulle spalle i miei 12 giorni di cammino, per cui so già che posso farcela. Ed infatti alla fine, tutto sommato, ce la faccio, sarà che la giornata è spettacolare, e la compagnia non è da meno.

La maggior parte del tempo cammino accanto a Valeria, una ragazza(definirla signora non la rispecchierebbe) molto simpatica. Ci accomuna il “ritorno”, il fatto di aver, ad un certo punto, preso la propria vita ed averla stravolta per poi ricostruirla giù. L’empatia è immediata, come piace a me, e tra una chiacchiera e l’altra, arriviamo al Castello di Roccella e saliamo sulla torre, per ammirare in pieno il panorama che è stupendo. Il mare ha mille sfumature di azzurro, e che l’acqua sia cristallina lo si vede persino da lassù.

Giusto il tempo di qualche foto e poi ripartiamo passando per vie e vicoletti, mangiando more direttamente dagli alberi e chiacchierando.. Ci ritroviamo così sul lungomare e arriva il momento dei saluti. Saluto tutti e, con Valeria e il marito che mi accompagnano, torno verso la macchina. Rimasta sola prendo il telo da spiaggia e con un sorriso da ebete, mi dirigo verso la spiaggia.

Non so per voi, ma per me il primo giorno di mare dell’anno ha un non so che di magico. Soprattutto perchè cambi colore della pelle: da bianco lenzuolo a rosso fluorescente è  un attimo. E se ha una rondine fa primavera, il segno del costume fa decisamente estate!