Non credo ci sia un modo perfetto per essere madre, e lo dico da totale incompetente sul tema, non essendomi mai lanciata in questa “missione”. Ma devo dire che se mai dovessi farlo, la cosa non mi spaventerebbe.

Non mi spaventerebbe perché penserei a mia madre e, probabilmente, tutto mi sembrerebbe più semplice.

Perché mia madre ha questo grande e meraviglioso dono di rendere tutto più semplice. A lei basta darti un bacio in fronte per capire se hai la febbre. Le basta guardarti negli occhi per capire che c’è qualcosa che non va. Le basta un abbraccio per recuperare le forze. Le basta un sorriso per tranquillizzarmi. Le basta un racconto o una foto per entusiasmarla. Le basta un problema per risolverlo.

Non c’è una cosa che io penso lei non possa fare. Non perché sappia di fatto fare tutto, ma perché è curiosa e ha sempre voglia di imparare qualcosa di nuovo. E non importa se pensava che Rick di “The walking dead” fosse ricoverato al Papardo di Messina in stato confusionale, perché prima o poi inizierà anche a distinguere le bufale su Facebook.

Da fuori sede, a mia madre ho fatto le telefonate più belle e anche le più difficili di tutte: “Mi hanno presa al colloquio”, “Mi sono innamorata”, “Mi trasferisco a Milano”, “Mi ha lasciata”, “Il mio amico Gabry non c’è più”, “Mi manchi”, “Sono felice”, “Voglio tornare a vivere giù”, e tante altre cose per molti impensabili!

Mia madre ha sempre tirato fuori la parte migliore di me. In maniera diplomatica ha tirato fuori la mia ambizione quando io, invece, pensavo di voler fare la commessa nella vita. Ha tirato fuori la mia grinta, quando al primo anno di Università volevo tornarmene a casa. Ha tirato fuori la mia solerzia, quando dopo la laurea avrei voluto passare 3 mesi sdraiata in spiaggia, ed invece mi sono ritrovata con un biglietto di solo andata per l’Inghilterra! Più di tutti, mi ha reso davvero la persona che sono oggi.

Mi ha insegnato che essere indipendente, essere in grado di cavarmela da sola, era l’obiettivo da prefissarmi, sempre!

E anche quando non ha capito o condiviso le mi scelte, è stata lì, pronta a darmi una mano perché riuscissi in ciò che volevo, o a raccogliere i pezzi se non ce l’avessi fatta.

Certo, c’è anche da dire che a 7 anni mi ha costretta a raccogliere i miei effetti personali (una bambola ed un fazzoletto con dentro un diario, una penna e le bolle di sapone), e a scappare di casa (cioè la curva sulla strada a 10 metri dal portone), perché io non volevo assaggiare la pasta e piselli.

Tante volte, poi, ha aperto la tendina del camerino mentre mi cambiavo (non ci crederete ma lo ha quasi fatto anche ieri).

Ma tutto sommato credo di poter andare oltre queste piccole défaillance.

Perché senza di lei non avrei avuto la passione per i viaggi, la musica, i libri, e molte altre cose. Senza di lei non avrei imparato a piangere, e poi a tirare su un bel sorriso. Non avrei imparato a nascondere tutta questa sensibilità dietro un corazza fatta di vitalità e di amore.

Perché senza di te mamma la mia vita sarebbe grigia e monotona, invece è piena di colori sgargianti e di magia.

Ti voglio bene e vorrei vederti sempre così: felice, innamorata di noi, di papà e della vita!