Dormire ad Estella non è stata proprio un’esperienza entusiasmante. Per tutta la notte c’è stato un via vai pazzesco sotto la nostra finestra, con urla e canti. Alle 5 in punto, tuttavia, suona la nostra sveglia. Ci prepariamo e scendiamo in cucina per fare colazione. Mentre stiamo ancora mangiando arriva l’uomo più bello del mondo con la figlia. Roba da farti andar storto quello che stai mangiando!!!

Usciamo dell’ostello di Estella alle 5:20 e ci accorgiamo che la festa non è ancora finita!!!! La gente è ancora per strada con i bicchieri pieni, nelle piazze c’è musica, insomma come fossero le 9 di sera. Che poi mi chiedo, ma non lavora nessuno in questa città?!? Tra un ubriaco e l’altro lasciamo Estella ed in breve tempo raggiungiamo Irache.

Intorno a noi è ancora buio, tanto che a tratti io e Benny utilizziamo la torcia del cellulare. La fontana di Irache, che da vino e acqua è molto bella, prendo un po di vino ma vista l’ora non riesco nemmeno a berlo. Ripartiamo così per il primo paese in programma, ovvero Azqqueta. Il bar sta per aprire ma, convinta di trovarne un altro aperto al paese successivo, decido di continuare. Benny invece si ferma, le fanno troppo male i piedi.

Arrivo a Villamayor de Monjardin e scopro con orrore che non ci sono bar aperti!! A quel punto mi fermo comunque e mangio gli Oreo e una banana che ho con me e mi rimetto in cammino. Mi aspettano 12 km di nulla fino a Los Arcos. I Primi 6 km li faccio tranquillamente, faccio partire la musica ed i pensieri. Vedo due farfalline marroni girarmi intorno e vi sento li!

 

Poi arrivano i dolori del ciclo ed iniziò a soffrire un po’. Per fortuna nel bel mezzo del nulla c’è un furgoncino che prepara panini e vende bibite, e ne approfitto per prendere un succo d’arancia e una Buscofen.

Così in qualche modo arrivo a Los Arcos. Sono le 10:20, e ho già camminato per 20 km!! Per premiarmi mi siedo in uno dei bar di fronte la chiesa e ordino un Aquarius è un panino con la tortilla. E poi mi rilasso! Sto così per circa 20 minuti, finché non arriva Betta con un tipo italiano che di mestiere pare faccia, tra le altre cose, il conferenziere. Faccio due chiacchiere anche con lui, mentre decido di aspettare fino alle 12 per l’apertura della chiesa.

Mentre aspettiamo passa l’uomo più bello del mondo e il conferenziere ci dice “è troppa bella quella bambina”, ed io che vorrei rispondere “ma suo padre lo hai visto?!??”, dico soltanto “si bella”!

Finalmente alle 12 la chiesa di Los Arcos apre, e devo dire che ne vale la pena. La chiesa é veramente bella, ma finita la visita ci rimettiamo subito in cammino. Alla nostra prossima tappa, Torre del Rio, mancano circa 7 km di nulla sotto il sole cocente!!

Ci saranno circa 37 gradi, io però ne percepisco 40, il che rende questo ultimo tratto davvero durissimo!! Ciò nonostante arriviamo, con fatica ma arriviamo. Decidiamo di pernottare alla Plata de Oca, un ostello carino e con una vasca dove poter immergere i piedi.

Il pomeriggio scorre così, tra la vasca, un gelato nel bar del paesino e la visita alla chiesa ottagonale. A cena lamentiamo una carenza da parte del personale dell’albergue. Aspettiamo talmente tanto per ordinare, che alla fine Betta, con tanto di penna e taccuino prende le ordinazioni per tutti! Finita la cena, sistemiamo le ultime cose, crema nei piedi e poi dritti a letto!

***

Oggi ho solo 20 km in programma per cui mi sveglio “con calma” alle 6 circa. Mi preparo e vado al bar del paese a comprare l’acqua. Li trovo l’uomo più bello del mondo, al che rientro in hotel e do un imperativo alla mie compagne di viaggio: “Ragazze tutte al bar”!! Purtroppo non appena arriviamo lui parte e oggi, tra l’altro, è il suo ultimo giorno! Dovrebbero istituire il lutto nazionale per tutto ciò!

Ad ogni modo mi metto in cammino verso Logroño in solitaria. Ad un certo punto però vedo un gruppo di ragazzi fermi accanto ad una ragazza croata seduta per terra e con tutte le mani sporche di sangue. Mi fermo anch’io per capire cosa è successo e se posso essere utile. Scopro che mentre camminava ha iniziato a sanguinarle il naso, per fortuna però passa subito, e con un po di cioccolato riprenderà a camminare. Io riprendo insieme ad Aghi, una ragazza ungherese che parla italiano meglio di me, in quanto lo insegna, e Pietro uno studente ligure. Aghi la perdiamo subito mentre io e Pietro camminiamo insieme fino a Viana. Parliamo di tutto, musica, religione, valori, viaggi, e cosi volano i primi 12 km!

A Viana mi fermo per un caffè e per andare in bagno, mentre lui va avanti. Mentre sono seduta al bar arriva Betta, così decido di aspettarla e andare insieme. Prima di andare via vediamo la porta di un chiesa aperta, allora io e Betta ci entusiasmiamo subito! Perdiamo 5 minuti per prendere le nostre reciproche credenziali, per poi aprire la porta e scoprire che della chiesa era rimasto solo la facciata!

Riprendiamo la nostra marcia verso Logrono abbastanza in silenzio. Entrare a Logroño significa 2 cose: primo che lasciamo la regione della Navarra ed entriamo nella Rioja; secondo significa attraversare una lunga periferia, una di quelle che sembra non finire mai!! Alla fine peró arriviamo. Siamo io, Betta e Monika, la ragazza ungherese. Sono le 12, ma l’ostello parrocchiale apre alle 13, per cui ci tocca aspettare.

Logroño

L’ostello è un donativo ed è gestito da alcuni pellegrini. Ci accolgono offrendoci acqua e poi ci spiegano il programma della giornata. Uscite dalla doccia ci aspetta però un’amara sorpresa. Melissa, appena arrivata, scopre di avere degli strani animaletti dentro la bustina della federa del cuscino, ed è il panico.

Lei presa dalla stanchezza e dallo sconforto decide di andare in hotel. Noi li per lì la accompagnano e cerchiamo di tranquillizzarla, ma dopo un po torniamo in albergue per controllare anche le nostre cose. È lì il dramma: abbiamo preso le cimici!!

Io ne trovo una nella bustina della federa e macchie strane sul mio sacco a pelo. Non devo pensarci molto. Butto la federa e prendo il sacco a pelo per portarlo in una lavanderia a gettoni che ci ha segnalato Melissa.

Arrivati in lavanderia riapro il sacco a pelo e ne trovo due. Vivo davvero un momento di panico. Anche Benny che è con me lo vive. Si toglie la maglietta ed iniziamo a grattarci ovunque anche senza avere prurito. Non riesco nemmeno a capire come far funzionare la lavatrice. In quel momento capisco che devo prendere un bel respiro e ragionare. Le cimici sono un qualcosa che chi fa il cammino mette in conto, ma prenderle è un’altra cosa!! Era l’unica “paura” che avevo prima di partire, ed ovviamente mi è capitato.

Mentre aspettiamo che finisca la lavatrice mi viene un momento di sconforto, ho paura di averle nello zaino e di non vederle. Poi però realizzo che i veri disastri sono ben altri, e che come dice mia madre “non è la fine del mondo”.

Certo mi viene da pensare al perché si siano estinti gli unicorni, che sono animali bellissimi, e invece siano sopravvissute le cimici che sono brutte ed inutili, però vabbè? Pazienza! Sto viaggio non riusciranno a rovinarmelo. Io e Benny torniamo in albergue giusto in tempo per cena, vendendo pochissimo di una città che sembra molto bella.

Logroño Logroño

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La cena è comunitaria, cioè ceniamo tutto insieme una cena preparata dagli ospitaleri più l’aiuto dei pellegrini. Prima di cenare c’è un momento di preghiera è un canto per i pellegrini che, in qualche modo, cantiamo tutti insieme.

Iniziamo a mangiare e ad un certo punto, mentre sto parlando con un altro ragazzo italiano, gesticolo e tocco inavvertitamente il piatto che Alessio sta prendendo. Il danno è fatto: il piatto cade rompe il bicchiere di vino dell’altro ragazzo, riempiendo di vetro i nostri piatti. Io mi sento troppo mortificata. Ho paura che la pasta non basti per tutti e tre, e mi sento troppo in colpa. La stanchezza e lo stress per le cimici mi piomba improvvisamente addosso riempiendomi gli occhi di lacrime. E più sono carini con me, più mi viene da piangere! Alla fine Maurizio sdrammatizza e l’ospitalero arriva con una scodella piena di pasta! Anche stavolta nulla di grave è successo, ma mi accorgo di dover imparare a contestualizzare meglio i problemi e le difficoltà che incontro!

La serata finisce con tutti noi seduti nel coro della chiesa a pregare in almeno 6 lingue diverse. Poi tutti a letto, domani ci saranno sicuramente altre sfide da affrontare!