Decimo giorno
Oggi ci aspetta una giornata leggermente più rilassante. Decidiamo, infatti, di prenderla con calma e fare solo 20 km fino a Belorado. Sento che il mio ginocchio ha bisogno di un po’ di riposo!

Così ci svegliamo con calma alle 6 e facciamo colazione rutti insieme in cucina. Rivediamo Miguel e gli altri, salutiamo e partiamo con Maurizio ed Alessio, che per la prima ora devono subirsi tutte le nostre battute ed i nostri commenti sui ragazzi spagnoli. Maurizio ormai inizia anche a commentare. La sera prima mi ha fatto ridere con le lacrime. Miguel infatti ad un certo punto si è messo perfino a strimpellare con il pianoforte, io gli dico “cucini, suoni il piano, quante cose sai fare!”. Maurizio a quel punto si scatena, inizia a dirmi “vedrai che adesso inizia a far girare i piatti con una mano, mentre con l’altra suona l’arpa”!!

Comunque tra una battuta e l’altra lasciamo la Rioja, entriamo in Castillia Y Leon e arriviamo a Belorado, più o meno famosa per i suoi murales, alle 12 circa. L’ostello che ci ha indicato Diana (o meglio Lista Diana consiglia) apre alle 12:30 per cui ne approfittiamo per sederci in un baretto e bere un Aquarius. Arrivati in ostello scopriamo che in realtà è un resort! Con 12 € a testa prendiamo una camera da 6 persone con bagno privato, senza contare che l’albergue ha un giardino con piscina e offre una lezione di yoga ai pellegrini alle 18:30. Insomma, siamo entusiasti! Oggi ci sembra davvero di essere in vacanza!!

Io ne approfitto subito per buttarmi in piscina, dove trovo anche Jabi e Daniel. Nel pomeriggio mentre tutto vanno a riposare io e Melissa ne approfittiamo per mettere il ghiaccio al ginocchio e per “dare un’occhiata” in giardino. Scopriamo così da Jabi un sacco di cose interessanti. Intanto scopriamo come è nata la parola tapas, che è una di quelle domande che potrebbe farvi Gerry Scotti a “Chi vuol essere milionario”. Poi scopriamo che il suono del mio nome in basco significa “rugiada”, quindi al prossimo che mi chiede perché mi chiamo Enza, ho pensato di raccontare una storia poetica, ovvero che i miei genitori hanno fatto un viaggio nei paesi baschi e hanno deciso di chiamarmi Rugiada! Il fatto che mia nonna si chiami Vincenza sarà solo una mera coincidenza! Infine scopriamo che super Miguel è tornato a casa perché gli facevano male i piedi. Nemmeno ve lo descrivo il ghigno di soddisfazione di Maurizio alla scoperta di questa notizia!

Anche quando non cammino chiacchierando il tempo vola. Ad un certo punto usciamo per un gelato prima di rientrare per la lezione di yoga che io salto, temo di fare più danni che bene. L’indomani ci aspettano circa 28 km, per cui dopo aver cenato lì in albergue, ci mettiamo a letto. Tutto nella norma, se non fosse che ad un certo punto entra un ragazzino francese in camera. Attraversa la stanza e va verso il bagno. Pensiamo voglia prendere i vestiti che abusivamente aveva steso in camera nostra, invece dopo un po sentiamo lo sciacquone del bagno. Ok, non è stato proprio carino da parte sua, ma basta che se ne vada siamo pronti a soprassedere. Invece non lo vediamo più uscire finché Melissa dal suo letto a castello non lo vede sdraiato sul terrazzino. A quel punto Maurizio si alza infastidito e gli dice che lì non può stare. Lui non capisce il perché del nostro sgomento, ma alla fine se ne va. Quindi, siparietto finale a chiudere questa giornata in villeggiatura. Anche questa è vita da pellegrini!!