Volete un consiglio? Se mai deciderete di fare il Cammino di Santiago, dopo averlo finito tornatevene a casa. Non fate come me, che ho deciso di passare 3 giorni a Barcellona prima di rientrare. Non so come, ma inizialmente mi era sembrata perfino un’idea intelligente: mitigare il trauma da rientro trascorrendo qualche giorno in una città che adoro.

Invece no, non funziona. Primo perché non sei più abituato alla confusione e alle resse. Dopo essere stato a Barbadelo e a Villavante, dove il numero delle case potevi contarlo sulle dita delle mani, il caos di una metropoli come Barcellona ti sembrerà a tratti insopportabile!

Secondo, la tristezza ci sarà comunque. La nostalgia del cammino, degli amici conosciuti, del pulpo alla gallega, delle albe e dei tramonti sconfinati, insomma ti mancherà tutto comunque, facendoti passare la voglia di buttarti nella movida catalana.

Eppure qualcosa da raccontarvi su Barcellona ce l’ho.

Nonostante quanto appena detto, è un città indubbiamente splendida.

Raggiungere il centro dall’aeroporto è semplicissimo: sia il Terminal 1 che il Terminal 2 sono collegati con un servizio navetta con partenze ogni 10 minuti (€ 5,90 solo andata – € 10,20 A/R). Per il ritorno considerate che, ovviamente, il bus A1 vi porta al Terminal 1 e il bus A2 al Terminal 2. Quindi prima di prendere il bus controllate qual è il vostro terminal.

Arrivati andiamo a sistemarci in Ostello. E si, dopo 12 giorni negli albergue municipali, pensavamo non sarebbe stato un problema, invece anche questa è stata una scelta infelice. Per carità, il Kabul è un ostello molto figo e pulito, che offre una quantità smisurata di servizi (lavanderia, tour guidati gratuiti, cena e colazione free, etc.). Il problema è che è frequentato per lo più da ragazzini in vena di baldoria (a qualsiasi orario del giorno e della notte), quindi un ambiente un po’ diverso dal rispetto e dalla tranquillità degli albergue minicipali. un vantaggio enorme però lo ha: si trova a Plaça Reial, uno dei miei posti preferiti a Barcellona. E’ una piazzetta adiacente alla Rambla, caratterizzata da una fontana centrale e da alcuni lampioni disegnati, pensate un po’, da Gaudì.

Comunque, non appena ci ambientiamo prendiamo subito una decisione: visto e considerato che di strada a piedi ne avevamo fatta parecchia, optiamo per  le due ruote, noleggiando delle bici. Di punti di noleggio ce ne sono molti, noi siamo andati in quello in Carrer des Tallers, una traversina della Rambla vicinissima a Plaça de Catalunya.

Non essendo la nostra prima volta a Barcellona ne abbiamo approfittato per girare per quartieri e zone meno battute. Prima però abbiamo fatto un giro al Parc de la Ciutadella, ammirando, tra le altre cose, anche la Cascada Monumental, opera sempre di Gaudì. Io non ho ancora visto qualcosa di Gaudì che non mi sia piaciuto tantissimo!

Farsi una foto davanti alla Cascata è difficile. Bisogna infatti schivare tutta la marea di gente messa in posa plastica con i selfie stick. Ma alla fine ce la facciamo.

Ci godiamo un po’ il parco, finché non decidiamo di fare un salto alla Sagrada Famillia, giusto per controllare lo stato dei lavori 🙂 Poi solo mare. Pedaliamo lungo tutto il lungomare di Barcellona, ed è uno spettacolo. La giornata è spettacolare, e per un po’ lasciamo la nostalgia del Cammino per assaporare l’aria tra i capelli e la brezza marina.

Pranziamo da Tapas Tapas, in un tavolo fuori, bevendo un bicchiere di Sangria fatta col vino bianco.

Nel pomeriggio giro per la Ribera, e per me, innamorata di un libro, visita alla Cattedrale del Mare. Purtroppo adesso, per visitare la cattedrale, è necessario pagare 5 €, ma a mio parere sono ben spesi!

Il resto della nostra vacanza lo passiamo rivedendo dei vecchi e nuovi amici (conosciuti durante il cammino), scoprendo il quartiere di Sant Marti, mangiando paella e girovagando per negozietti.

Non so quando ritornerò a Barcellona, ci sono stata così tante volte che di certo tocca dare priorità anche a posti mai visti. Anche se ogni volta è come se fosse nuova.

Ma non è tanto la città a cambiare, forse sono io. A 18 anni la Rambla sembra un posto pazzesco in cui avrei potuto trascorrere delle ore. Oggi mi sembra l’apoteosi del turismo becero! Gente che ci passeggia come se si trovasse nel posto più bello di Barcellona, e invece si sta perdendo un sacco di vicoletti e viali caratteristici così belli da perderci la testa.

Motivo per cui se andate a Barcellona, oltre il genio di Gaudì (quindi Casa Batlò, Parc Guell e compagnia bella), non dovete assolutamente perdervi il quartiere di Gracia e di Sant Marti.

Poi se siete appassionati di pittura vi consiglio anche il museo di Picasso. E non ditemi che il cubismo non vi ha mai entusiasmato, perché in tal caso dovete andarci ASSOLUTAMENTE! Rimarrete  bocca aperta scoprendo le opere di Picasso antecedenti al cubismo. Il suo periodo blu ed i suoi autoritratti sono bellissimi.

Quindi, ricapitolando, Barcellona è stupenda, ma dopo il cammino NULLA può farvi passare la malinconia, forse può essere attenuata solo dall’abbraccio di casa e della vostra famiglia!

Per maggiori info guardate “in sintesi” cosa fare a Barcellona!