Che strano questo 2020. Nell’anno in cui siamo andati più volte a leggere la definizione di “congiunti” e il mondo ci ha chiesto di limitare i contatti sociali, io ho avuto la grande fortuna di conoscere 6 soggettoni che mi hanno rubato il cuore. D’altronde dicono che l’amore arrivi quando meno lo si aspetta, e per noi è stato così. E’ bastato un sentiero da percorrere insieme, un caffè offerto, un panino alla porchetta ed un tramezzino al farro, qualche storia e tanti sorrisi. Insomma è stato amore a prima vista.

Trovarci è stato un caso (o un destino che dir si voglia), continuare a cercarci è stata sicuramente una nostra scelta. E’ stato un mese mezzo fatto di cene, caffè, escursioni, messaggi, foto. Insomma un un mese e mezzo intenso. Ed io, che già mi affeziono con la stessa velocità con cui mangio una tavoletta di cioccolata, non ho perso tempo a farlo anche con loro.

Così stasera mi sono ritrovata, dopo un weekend bellissimo, con il cuore pieno di emozioni, gli occhi tristi e la testa piena di parole e pensieri. Parole che potessero davvero esprimere quanto sono stata bene e quanto mi senta fortunata ad averli incontrati sulla mia strada. In un periodo in cui, ogni anno, il cuore si riempie di tristezza, questi due giorni sono stati una boccata di ossigeno, in tutti i sensi.

Abbiamo camminato, attraversando una parte  del Sentiero del Brigante, da Gambarie al Cippo di Garibaldi. Che poi chi lo sa se davvero Garibaldi è stato adagiato su quel tronco, quello che so è che questa parte di Aspromonte ha dei colori che ti tolgono il fiato e ti fanno sentire dentro una fiaba. Abbiamo ascoltato i nostri passi sulle foglie e attraversato tanti piccoli corsi d’acqua, ed io mi sono detta, ancora una volta, che tornerò a viaggiare senza mai dimenticare che vivo in un posto meraviglioso!

Poi abbiamo mangiato (tanto), abbiamo scherzato (ancora di più), abbiamo parlato, abbiamo visto tramonti e albe mozzafiato, abbiamo cantato (in macchina e dentro una camera di albergo), abbiamo ballato e ci siamo rilassati.

E allora la malinconia, che arriva sempre dopo la fine di un viaggio o di qualcosa di bello, me la tengo stretta. E anche se non possiamo programmare nulla, anche se le nostre scelte saranno guidate dall’andamento di una curva epidemiologica, io so con certezza che arriveranno altri viaggi, altri momenti e, si, anche altre malinconie.