Tredicesimo giorno
Burgos – Hontanas
Sono le 5:35 ed io e Maurizio diamo già per strada. Le ragazze sono partite e dobbiamo un attimo abituarci a questa nuova situazione. L’uscita da Burgos, tra l’altro, è infinita e la facciamo per lo più in silenzio.

Le prime luci dell’alba ci trovano fuori Burgos e immersi tra distese di grano e girasoli. Ad un certo punto incontriamo due ragazzine. Gli diciamo Buon Camino, capisco che sono italiane così scambiamo qualche parola con loro, e poi le lasciamo per fermarci al primo bar per far colazione. Anche lì incontriamo una ragazza italiana in bici. Devo dire che gli italiani sono ovunque, siamo davvero troppi! Riprendiamo a camminare ed entriamo nel vivo delle mesetas fino ad Hontanas distese infinite di campi di grano e a tratti girasoli! La gente sostiene che siano noiose, a me, invece, piacciono un sacco. Inizialmente cammino con Maurizio, anche se dopo un po metto le cuffiette ed iniziò a pensare a mille cose. Penso a determinati momenti, a quanto sia stato difficile gestire determinate cose, e lascio cadere altri sacchetti di tristezza. Ad un certo punto arriviamo al rifugio di San Bol, non sappiamo cosa ci sia, ma ci andiamo perché abbiamo bisogno di una pausa, e ad Hontanas mancano ancora 5 km! Quello che scopriamo è una meravigliosa vasca di acqua gelata. Non abbiamo bisogno di pensarci, in 3 secondi siamo con i piedi a mollo. L’acqua è così fredda che non riusciamo a tenerlo per più di 10 secondi, è una sensazione goduriosa. Maurizio si ferma un po di più, io invece, ad un certo punto, mi rimetto le scarpe e riparto. La sensazione è che le scarpe si siano allargate, ma in realtà sono i piedi ad essersi ristretti! Lungo gli ultimi 5 km non incontro nessuno, se non un ragazzo spagnolo che mi è davanti. Metto un po di musica, canticchio e mi guardo intorno meravigliata. Lo spettacolo sconfinato ha sempre il suo fascino! Cammina, cammina e all’improvviso appare ai miei Hontanas, mi dicono 73 abitanti.
Cerco un albergue, ma non so dove andare. Alla fine mi lascio guidare dall’istinto e ci ritroviamo in un questo piccolo, ma carino albergue accanto alla chiesa. Io arrivo prima degli altri per cui ne approfitto subito per docciarmi. Poi mi butto a letto e per la prima volta da quando sono in cammino dormo un po. Al risveglio cerco di fare un giro per il “paese”, entrò in chiesa e vado al supermercato. Ci accordiamo anche per cucinare tutti insieme, e compriamo gli ingredienti per una bella carbonara! Tra una chiacchiera con un ragazzo tedesco e una birretta con Maurizio, arriva l’ora di cena. Siamo in 8: 4 italiani, 1 austriaco, 1 canadese, 1 tedesca e 1 spagnolo, e come sempre si sta bene insieme. Ceniamo su questo terrazzino dell’albergue e il tempo vola. Prima di andare a letto scopriamo che un ragazzo ha trovato una scarpa lungo il cammino e l’ha portata in albergue, e quella scarpa è di Maurizio! Domani altri 32 km, altre mesetas, altre storie.

14 giorno
Hontanas – Fromista
Anche oggi io e Maurizio non ci facciamo mancare nulla e ci spariamo più di 34 km, motivo per cui anche oggi partenza alle 5:30. Camminiamo al buio e solo grazie alla torcia di Maurizio. Dopo circa 6 km arriviamo alle rovine del Monastero di Sant’Antonio, e improvvisamente ci sorprende l’alba! Da dietro arriva il ragazzo alto che ha trovato la scarpa di Mauri, che ci saluta e va avanti, mentre noi ci fermiamo un po a parlare con le ragazzine italiane incontrate dopo Burgos. Arriviamo così al primo bar della giornata dove ci fermiamo a fare colazione. Maurizio finisce prima e inizia s camminare, mentre io mi accorgo tardi che la merendina che ho comprato ieri ha la muffa, per cui mi tocca chiedere una Tostada di emergenza. Rimango al bar con il conferenziere e con il ragazzo alto in un altro tavolo. Ad un certo punto mi si avvicina un ape, mi dicono entrambi di non muovermi, ma è più forte di me. In pratica mangio la Tostada saltellando! Finito di mangiare mi incammino, dopo mi affianca Jabi, ed in pratica cammino quasi tutto il giorno con lui. Parliamo dei paesi baschi, dell’Italia, della sua e della mia famiglia e, ovviamente, del cammino. Il tempo vola ed arriviamo a Boadila, dove si fermerà la maggior parte delle persone, compreso Jabi. Prima però si siede al bar con noi e “opera” la mia prima vescica. Nemmeno ve le racconto le scene che ho fatto, perché tanto mi conoscete!

Vescica o no, io e Maurizio oggi arriveremo a Fromista, per cui ci rimettiamo in marcia. Camminiamo in silenzio, anche perché siamo stanchi e alla fine arriviamo in questo paese che sembra uscito da una soap opera messicana degli anni 60! Giuro, è davvero brutto. Andiamo al Municipale, gestito da una signora gentile. Io capito in una stanza dove ho accanto una coppia francese molto carina. Avranno 60-65 anni, ma camminano da morire, e poi sono proprio belli da vedere. La sera, in pratica, si cura i piedi a vicenda! Insomma pane, amore e cammino! Vedere queste scene mi ha fatto un po’ venire voglia di innamorarmi. Di quell’amore senza mezze misure, quello che ti fa ridere e piangere con le lacrime, quello che ti fa sentire forte e non in balia delle onde. L’amore vero! Tutte queste considerazioni dolci, alla fine mi fanno venire fame per cui con Maurizio andiamo a cercare un baretto per uno spuntino. L’unico che ci ispira è piccolo ed è gestito da una signora (probabilmente messicana) che sta guardando alla TV un improbabile film horror, doppiato con i piedi, su un mosto di un lago. È così assurdo che ci mettiamo a guardarlo e a commentarlo!

Poi non c’è altro da raccontare sul nostro soggiorno a Fromista, anche perché noi con la testa siamo a domani: 36 km, di cui gli ultimi 17 nel nulla! È un’impresa ardua, ma vogliamo arrivare presto a Leon, per cui siamo pronti a provarci. Vesciche o no, domani conquisteremo anche Calzadilla della Cueza!