C’è una frase che mi piace molto, ed è “You only live once but if you do it right, once is enough” (Vivi una volta sola, ma se lo fai nel modo giusto, una volta è abbastanza).

Il problema è che nessuno ci insegna qual è questo modo giusto. Lo impariamo da soli, crescendo e soprattutto sbagliando. Ma ad un certo punto iniziamo a capire qualcosina. Io, ad esempio, ho capito che se hai una vita piena di cose che ti rendono felice e sei indipendente, inizi a diventare molto selettivo e a scegliere con cura cosa e chi far entrare nella tua vita. Capisci che, si può dare spazio solo se ne vale la pena, solo se quella persona arricchisce la nostra vita con qualcosa in più. Per cui se penso che ne valga la pena io prendo un martello ed inizio a rompere il muro che, di default, ho costruito intorno a me. Inizio con qualche piccola martellata, ma se penso possa valerne davvero la pena, tiro un po’ più forte e creo spiragli dove è possibile allungare una mano e toccarsi.

Non lo faccio spesso, anzi. Io non sono proprio brava con il martello, sono molto più brava con il cemento e la cazzuola. Con il martello do colpi imprecisi, a volte troppo deboli, altre volte li do nella direzione sbagliata. Ma ci provo!

Ci provo finché non mi accorgo che quel muro lo sto rompendo da sola. E non è possibile. Soprattutto se sono muri alti e lontani. Perché, magari non so quali sono gli ingredienti della besciamella o come abbinare la gonna con la borsetta, ma so che certi muri si abbattono in due, non da soli. Più in generale, so cosa voglio trovare dall’altra parte, e potrei accontentarmi di un libro a cui mancano delle pagine o di una canzone stonata, ma non potrei mai accontentarmi di trovare dall’altra parte un gelato al pistacchio che non sa di pistacchio.