Saranno i 21 km fatti, saranno i 4 bicchieri di vino, ma stasera sono proprio cotta! Eppure è stata una giornata così bella che non posso non condividerla. Così mi ritrovo nel bagno del nostro albergue (causa mancanza prese) a scrivere di questa meravigliosa seconda tappa del nostro Cammino di Santiago.
Intanto voglio pubblicamente ringraziare mio cugino per i tappi per le orecchie che mi ha regalato, che mi hanno permesso di dormire serenamente mentre i vari “Godzilla” davano il meglio di se 🙂
Sveglia alle 6:45; partenza alle 7:20 circa. Iniziamo con calma, e nonostante i dolori dovuti al primo giorno, riusciamo anche a fermarci lungo la strada per comporre un messaggio di incoraggiamento per Paolo, con le pietre. Sulla strada per Hobrigo facciamo il primo incontro della giornata. In realtà è una persona già incontrata il giorno prima lungo la strada, e rimasta nei nostri ricordi per la velocità con cui procedeva. Oggi, ad un bivio vede che consultiamo la guida sulla deviazione da percorrere e ci affianca per chiedere conferma. È un signore australiano, Nicola, con origini campane che parla un meraviglioso mix di campano e italiano. Iniziamo a chiacchierare del più e del meno ed in men che non si dica siamo ad Hobrigo. Noi ci fermiamo a fare colazione, lui prosegue.
Come il giorno prima ci fermiamo ad ogni singolo paesino, anche solo per toglierci le scarpe s far riposare i piedi. Tra l’ultimo paesino disponibile ed Astorga ci aspettiamo il vuoto, invece, oltre ad un ragazzo dai tratti orientali che canticchia, troviamo “La casa de Los Dios”: il paradiso! Non trovo altre parole per descriverlo. È un punto di ristoro donativo nel bel mezzo del nulla, gestito da David, un ragazzo meraviglioso sotto tutti i punti di vista, tanto che valuto l’idea di inginocchiarmi e chiedergli di sposarmi per poter vivere con lui in mezzo al nulla, ma con tanta felicità nel cuore. È un posto semplice: delle panchine all’ombra o al sole, frutta e bevande gratis, un’amaca colorata, 2 occhi azzurri e un sorriso che ti mettono in pace con il mondo. Stiamo lì per circa mezz’ora mangiando pesche, anguria e fragole. Rincontriamo Benjamin e suo padre e scambiamo qualche parola insieme, ma più che altro ci godiamo la magia del momento. Alla fine andiamo, ma prima salutiamo David che viene da Barcellona e vive li, lungo il cammino, da 7 anni. Ci abbraccia forte e ci augura Buona Vita, ed uno dei momenti più belli di sempre. Uno di quei momenti in cui ti senti in sintonia con il resto del mondo. Lasciamo David e continuiamo in mezzo a panorami che sembrano usciti da un quadro di Monet, tanto sono belli i colori che ci circondano. Arriviamo su una collinetta dalla quale scorgiamo la Cattedrale di Astorga, metà di oggi, che sembra ancora lontanissima. Quando sto per cedere alla stanchezza incontro un artista di strada con una chitarra. Mi chiede da dove vengo e poi inizia a cantare e suonare una canzone che parla di una pellegrina italiana che va a Santiago. Il risultato è che non riesco a smettere di sorridere. Mi chiede se ho un rosario o un immaginetta proveniente dall’Italia da lasciargli. Ma purtroppo con me non ho nulla. È questo il momento esatto in cui decido che rifarò tutto il cammino, e porteró a questo signore qualcosa.
Continuo a cantare la canzone sulla pellegrina italiana, e intanto percorriamo gli ultimi km che ci separano da Astorga. Arriviamo alle 13:30, stanchi ma felici. Mangiano un Bocadillo, e poi andiamo all’albergue gestito dagli amici del cammino. Qui incontriamo nuovamente Benjamin, e alla fine ci ritroviamo perfino nella stessa camera.
Ci docciamo e laviamo il bucato (stavolta con lavatrice e asciugatrice). Poi uscivamo a darci una botta di cultura. Visitiamo prima il Palacio Episcopal, opera di quel genio infinito di Gaudì. Poi la cattedrale di Astorga ed il suo museo. Avendo ancora del tempo libero ne approfittiamo per comprare i guanti (si, fa ancora freddo) ed i bastoncini da trekking.
Inoltre, sentiamo parlare delle Mantecadas (dolce tipico di Astorga) così decidiamo di assaggiarle insieme ad una cioccolata calda nel bar della piazza principale. Mentre gustiamo la nostra cioccolata vediamo da lontano Nicola, il signore australiano incontrato stamattina. Lo salutiamo e lui ci raggiunge e si ferma un po’ a chiacchierare con noi. È strano. È sentirsi a casa, in un paese in cui non sei mai stata. É strano, ma è anche bellissimo!!
Salutato Nicola, finiamo i nostri acquisti e torniamo in albergue per ricongiungerci con Paolo e Domenico. Prima di cena beviamo il nostro primo bicchiere di vino brindando al cammino. Poi decidiamo di andare a cena, ma non prima di aver comprato al supermercato una bottiglia di vino.
Ormai siamo euforici. Ceniamo e poi torniamo in albergue con l’intento di bere la bottiglia acquistata. Andiamo in cucina per cercare un apri bottiglia e troviamo altra gente. Tra questi c’è Andrea, il ragazzo incontrato ieri, quello della magia.
E la magia scatta: offriamo vino a chiunque passi, e alla fine rimaniamo con lui a parlare del cammino, delle persone e di come tutto sia effettivamente magico.
Alla fine i volontari dell’albergue spengono le luci e ci costringono a salutarci.
Ma non importa. Come disse Rossella O’Hara “domani è un altro giorno”, un altro giorno ricco di emozioni!!